Il palazzo appartiene alla tipologia di case artigiane in linea, tipiche del centro storico medievale di Modena. Nel corso degli anni, ha subito un processo di aggregazione che prevedeva l’ubicazione dell’androne d' ingresso in posizione assiale rispetto alla corte interna. Ai lati dell’androne c’erano locali originariamente destinati a laboratori o servizi, trasformati poi in botteghe.
Dalla prima numerazione delle case di Modena del 1786, risulta che l’edificio era di proprietà dei signori Bronzoni e Wital, identificato con il numero I 824.
All'inizio del 1900, il palazzo venne venduto alla famiglia Cuoghi di Modena, che lo ristrutturò completamente, arricchendo la facciata con riquadrature alle finestre.
Durante la Seconda Guerra Mondiale, il palazzo fu bombardato. Nel 1947, durante i lavori di ripristino, nei sotterranei furono trovati reperti romani risalenti alla seconda metà del IV secolo, attualmente esposti al Museo Civico Archeologico Etnologico di Modena. Tra i materiali recuperati, si segnalò anche una piccola brocca di probabile produzione volterrana, databile al III secolo a.C., possibile indizio di un insediamento pre-romano nella zona.
Nel 1947, i fratelli Cuoghi chiesero la ricostruzione di una porzione dell'edificio crollato a causa dei bombardamenti e la trasformazione di parte del piano terra in atrio per la nuova sala cinematografica. In questa occasione furono modificate le bucature del piano terra e venne inserita una pensilina a copertura dell’ingresso del Cinema Odeon.
Dopo anni di abbandono, nel 2019, l'attuale proprietà ha acquistato il palazzo e intrapreso una complessa e minuziosa ristrutturazione per riportare l'edificio agli antichi splendori. Durante i lavori sono state mantenute le caratteristiche originali, valorizzando la facciata storica, il cavedio e le terrazze. La ristrutturazione è stata completata nel 2024.